
Esposito: "La questione sicurezza al Pugliese-Ciaccio è diventata una priorità"
Domenica 30 Dicembre 2018 16:00 di Redazione CatanzaroPrima
"La questione della sicurezza negli ospedali mi è particolarmente cara, giacchè nella mia attività di medico ospedaliero mi è capitato di vivere, anche in prima persona, situazioni simili a quella che, si è ripetuta, qualche giorno fa per l’ennesima volta, nei corridoi del Pronto soccorso dell’Ospedale “Pugliese- Ciaccio” di Catanzaro laddove, purtroppo, quella che spesso era stata soltanto violenza verbale e minaccia, si è stavolta trasformata in una brutale aggressione fisica, che ha cagionato gravi lesioni ai danni di due operatori sanitari in servizio." Così si legge dala nota inviata dal consigliere regionale Sinibaldo Esposito.
"L’episodio catanzarese, purtroppo, è soltanto l’ultimo di una serie di aggressioni, susseguitesi, negli ultimi mesi, senza soluzione di continuità, in tutti i presidi regionali, laddove ormai medici, infermieri, operatori ed addetti sanitari devono quotidianamente convivere con la possibilità che qualche squilibrato possa compiere gesti violenti. Su questa triste scia, in ogni angolo della regione, si sono ripetuti episodi di violenza fisica, talora anche a scopo sessuale, in danno di dottoresse in servizio, o vere e proprie aggressioni, anche a mano armata (basti pensare alla sventurata collega aggredita, qualche settimana fa, all’uscita dell’Ospedale di Crotone, da un energumeno con un cacciavite in mano), o, più frequentemente, gravi minacce (talora sfociate in vere e proprie aggressioni), nei confronti degli operatori del Pronto soccorso, che indubbiamente rappresenta la “trincea” di ogni ospedale, essendo il passaggio obbligato che ognuno deve superare.
Certamente, se il primo grave problema è la carenza cronica di personale, sanitario e di sorveglianza, non può però sottacersi come il clima, di per sè pesante, venga costantemente avvelenato da vergognose campagne di (mala)informazione, volutamente impostate sulla presunta mala-sanità, che parrebbe essere diventata la regola, anzichè l’eccezione da perseguire e condannare. Ormai esistono schiere di “professionisti” del settore, che inseguono i parenti, per persuaderli che, anche il decesso di un malato terminale senza possibilità di cura, è stato sicuramente causato dal medico di turno! Per come, è soltanto di qualche giorno fa, la veemente polemica che ha portato all’immediata sospensione della messa in onda, sulle reti Rai, di un indegno spot in cui una nota conduttrice televisiva invitava tutti a rivolgersi (per una consulenza gratuita!) ad una certa società privata (nota per lo spropositato numero di cause di risarcimento intentate in materia di sanità, per la gran parte con esito sfavorevole!), con un simpatico slogan “tutti possono sbagliare, anche negli ospedali e tutti hanno diritto ad un risarcimento”). Fermo restando che il diritto alla salute e quello alla difesa sono imprescindibili prerogative costituzionali, è di tutta evidenza come simili iniziative peggiorino il clima di diffidenza, già pesante ed avverso, nei confronti di medici ed operatori sanitari, soprattutto pubblici, ad esclusivo vantaggio delle Assicurazioni e della Sanità privata.
Ovviamente, non voglio sostenere che nella nostra regione (tralatro martoriata, da quasi un decennio, da commissari, spesso provenienti da qualche regno incantato per risolvere i problemi con la bacchetta magica!), la sanità sia tutto rose e fiori, ma sarebbe scontato e lezioso, se anch’io volessi insistere nella becera polemica fine a sè stessa, ribattere che il Servizio sanitario riceve sempre meno risorse, che manca personale ed il turn-over è bloccato e che, per assicurare il servizio, negli ospedali si lavora in condizioni impossibili, con turni massacranti, anche oltre l’orario di lavoro. Ma, alla fine, al di là di ogni polemica, ritengo che la cosa più sensata, sia dalla parte dei pazienti che degli operatori, debba essere sempre e solo quella di tutelare l'interesse pubblico, salvaguardando e rafforzando quella che è la più grande azienda italiana: il Servizio sanitario nazionale (e regionale).
Tuttavia, al di là degli intenti e dei propositi, allo stato attuale, la sicurezza nel presidio ospedaliero “Pugliese-Ciaccio” è purtroppo diventata una priorità, non più rinviabile. Ben venga quindi l’incremento del servizio di sorveglianza armata, che è già stato assicurato dal Direttore generale (che, sicuramente, porterà la sua voce di protesta anche nei corridoi degli uffici regionali e della struttura commissariale), al quale chiediamo anche e soprattutto di intervenire immediatamente per la sorveglianza e l’interdizione dei numerosi varchi incustoditi che, soprattutto nelle ore notturne, consentono un facile accesso, a tutti i piani ed a tutti i reparti, da parte di chicchessia. Inoltre, auspico che si ripensi subito, ove possibile, all’eventuale riapertura del posto fisso di Polizia, a lungo esistente presso il “Pugliese” e poi improvvisamente soppresso che, sicuramente, poteva costituire un primo efficace deterrente nei confronti di malintenzionati e facinorosi.
Ai lavoratori coinvolti in questo ennesimo triste episodio, come a tutti quelli che, loro malgrado, li hanno preceduti, rivolgo la mia più ampia e sincera solidarietà, rimanendo a completa disposizione per tutto quanto di utile possa fare."
