Celia: Abramo spieghi alla città perché dimentica i lavoratori di Amc e Catanzaro Servizi

Domenica 05 Maggio 2019 22:30 di Redazione CatanzaroPrima

 

“Il sistema delle partecipate fa acqua da tutte le parti. E io lo denuncio pubblicamente da due anni circa, vale a dire sin da quando ho fatto il mio ingresso in consiglio comunale. Ma quanto emerso dalle nette e circostanziate dichiarazioni, rese a un web giornale calabrese, dell’ex amministratore unico dell’Azienda per la Mobilità di Catanzaro, avvocato Raffaele Elio Bruno, dovrebbe a mio avviso indignare l’intera città. E si badi, non importa da chi vengano quelle propalazioni, vale a dire da uno che in passato si è speso per l’elezione del sindaco. Ciò che conta, infatti, è il merito delle notizie date sull’Azienda, in altri termini se il già Au dell’Amc ha detto il vero, come appare evidente, dipingendo uno scenario rispetto a cui ci dovrebbe essere una sollevazione”. È caustico il componente del gruppo di Fare per Catanzaro, Fabio Celia, che in un comunicato stampa esprime tutto il suo disappunto nei confronti del sindaco Sergio Abramo e della maggioranza a supporto per la gestione definita dallo stesso Celia “allegra e anomala” di società con costi molto significativi. Ecco perché il J’accuse del consigliere è senza mezzi termini: “Il bilancio comunale è unico e fatto per lo più dai tributi pagati dai cittadini. Malgrado ciò, assistiamo a delle decisioni che lasciano parecchio perplessi. Mi riferisco, come ovvio, al modo in cui vengono spesi i soldi, soprattutto relativamente all’elargizione di centinaia di migliaia di euro all’anno a certe società in house, di cui Abramo dovrebbe dar conto con dati alla mano e non con le solite chiacchiere da consumato imbonitore. Spieghi il motivo per cui ha tramutato Amc e Catanzaro Servizi nel ‘paradiso delle clientele’ salvo poi mortificare quei lavoratori che forse qualcuno in passato ha considerato alla stregua di un prezioso bacino elettorale. E lo faccia, il sindaco, parlando alla città, portando in aula le carte che dimostrano la bontà, e non la parzialità, delle sue scelte”. Nel prosieguo del  ragionamento, il membro dell’assise cittadina rivolge infine una precisa domanda ad Abramo: “In quale cassetto è finito il piano per elevare l’orario di lavoro dei dipendenti della Catanzaro Servizi da 30 a 36 ore, dando ai diretti interessati un qualcosa in più in busta paga? E parliamo di un aumento dell’orario di servizio oltreché di stipendio, che costituirebbe per quasi tutti loro una grandissima boccata d’ossigeno. Sarebbe il caso, dunque, di pensare a queste persone – chiosa Celia – più che ai lustrini e paillettes dei palcoscenici”


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