
"Mi piace Catanzaro" intervista denuncia con Cristian Luna, autore del video.
Mercoledì 23 Gennaio 2019 12:28 di Adriana Guzzi
Un video diventato virale, quello di Cristian Luna che sta spopolando sui social in questi giorni.
"Mi piace Catanzaro" scritto e diretto dall'allora adolescente Cristian per dare voce ai tanti giovani che vivevano la città con le sue problematiche, si ripropone oggi con la stessa forza ma anche con le stesse denunce:
Cristian, tu nasci a Catanzaro?
Nasco e vivo a Catanzaro. Sono istruttore di nuoto presso la Piscina Vinicio Caliò a Pontepiccolo.
Parliamo del video, tornato in voga in questi giorni.
Certo era un video degli esordi,avevo 16 anni e iniziavo a scrivere e cantare con i mezzi che allora avevo,per scaturirono un sacco di critiche, positive e negative. Come accade oggi a distanza di dieci anni. Ma non mi concentrerei su questo, piuttosto sul fatto che sono passati dieci anni e alcune problematiche sono identiche a quelle di oggi. Non mi piego perchè sia tornata di moda,perchè feci altre canzoni di un certo spessore e con collaborazioni importanti come quella con J-T che oggi scrive per Fedez ad esempio. Credo che però quel video sia tornao a girare perchè il messaggio è drammaticamente attuale."
Obbiettivo raggiunto quindi?
Certo, io sono il primo a vedere gli errori di un video fatto con i mezzi e l'esperienza di allora, ma il mio obbiettivo non era apparire e fare le cose perfette, il mio obbiettivo era dire: guardate che quà qualcosa non va. Non dovremmo chiederci perchè il ragazzo del video si è ridicolizzato o perchè non ha fatto bene le cose. Ma dovremmo chiederci perchè lo stesso tema, riportato ai giorni d'oggi ha avuto lo stesso impatto."
Cosa voleva denunciare la canzone e cosa denuncia ancora oggi?
"Che abbiamo tutte le potenzialità per emergere come città e non lo facciamo.Abbiamo le risorse, ma le cose non funzionano. Qualcosa non va in chi amministra la città,perchè se ho il polso della situazione e mi rendo conto che le voci di chi la abitano dicono le stesse cose da dieci anni, qualcosa deve cambiare. Una città è come una casase i trasporti non funzionano, se i collegamenti tra mare e montagna non vanno, l'Università non decolla, strade disastrate, spazzatura. Questa non è una casa, diventa poi una stamberga"......
E i giovani, cosa possono fare?
Putroppo poco con le condizioni attuali poco ed è un peccato, Catanzaro ha un potenziale incontrovertibile, se si prendesse psunto dalle grandi città. Ognuno di noi nasce con dei sogni, chi vuole fare il medico, c'è chi vuole fare il cantante , ma qui non ci sono le possibiità perchè non siamo supportati. Nessuno investe su di noi. Bisogna aspettare il tempo delle maniglie, come dico nella canzone, e vedo parecchi amici costretti a lasciare la propria terra."
Qual'è il tuo di osgno invece?
"Io ho avuto la fortuna di restare e fare un lavoro che mi piace. Cullo il sogno di aprire un locale per ragazzi che sia una cosa diversa, in grado di dare alternativa nella nostra Città. Non è detto che un domani non abbia la possibilità di farlo."
Cosa vuoi dire ai giovani di Catanzaro?
Che se non abbiamo possibilità di rimanere nella città che ci ha dato la vita, sarebbe il momento di smettere di tacere, io l'ho fatto con una canzone , anche se sono preso in giro.
Una canzone passa ma ,come disse Moro, un'idea no. Dovremmo cominciare ad imporci di più"
Cosa vuoi dire da giovane a chi governa la città oggi?
Se vogliono rimanere da soli ad amministrare un deserto, e la amministrano tra di loro, o se vogliono che i giovani rimangano qui a investire nella propria città. Perchè continuando così Catanzaro sarà per i giovani un luogo dove tornare per le vacanze. Per il 90% di quelli rimasti il futuro è o in un McDonad's o in un call center o ,peggio, da disoccupati. Una cosa all'anno è possibile mai, che tra tasse, lavoro e tutto quello che siamo costretti a pagare siamo in queste condizioni? Dove vanno a finire i soldi? A me non interessa chi c'è sul trono. Chiunque salga al trono, prima di guardare il proprio Castello dovrebbe affacciarsi ad ascoltare il popolo e sentire se ha fame"
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