Da Super Mario a mini Mario - Tratto da Ereticamente.it

Mercoledì 09 Marzo 2022 15:18 di Redazione CatanzaroPrima

ARTICOLO DI GIULIANO BUSELLI
Basta un piccolo episodio a volte per rivelare la consistenza politica di uno statista
: una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina, Mario Draghi si trova a Bruxelles a una riunione dei capi di stato UE per decidere una posizione comune sulla crisi, riceve una comunicazione da Roma in cui lo informano che in una commissione è stato approvato un emendamento a un suo decreto legge, decide subito di lasciare la riunione, consegna a Macron (quasi fosse un suo commesso) il proprio intervento scritto, pregandolo di leggerlo al suo posto, arrivato a Roma si precipita al Quirinale da Mattarella al quale espone le sue lamentele su una maggioranza che non ubbidisce ai suoi ordini. Lascia un incontro di portata mondiale per seguire le piccole diatribe del cortile di casa!
Nei giorni successivi riceve da Putin l’invito a recarsi a Mosca per discutere un’eventuale mediazione italiana, da tempo Putin la sollecita. E’ evidente che, con la scomparsa della Merkel, con Macron a termine mandato e con Scholz agli esordi, Putin cerca un leader nella Ue a cui affidare un compito di mediazione.
Draghi prende tempo, tergiversa (o non capisce l’importanza o non si sente adeguato alla richiesta o riceve pressioni per non accettare), maneggiare soldi non significa aver competenze politiche. Manda Di Maio che incontra Lavrov il quale, dopo una successiva maldestra dichiarazione del ministro italiano, pubblica una nota in cui chiede ai partners europei di inviargli diplomatici più professionali (“la diplomazia serve a risolvere conflitti, non a fare dei tours turistici e partecipare a ricevimenti nelle ambasciate“).

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