
Armonie d'Arte Festival protagonista al SalTo19
Sabato 11 Maggio 2019 17:00 di Redazione CatanzaroPrima
È nell’autorevole sala Superfestival al Salone del Libro di Torino che Armonie d’Arte Festival, socio di Italia Festival, ha scelto di anticipare il suo programma 2019 che si preannuncia di profilo sempre più alto e internazionale.
Un doppio appuntamento, nella giornata di apertura del Salone, che è valso a rinsaldare l’idea di un festival da tempo inserito nei circuiti culturali più prestigiosi e interlocutore privilegiato nel panorama culturale nazionale e internazionale. Al Salone del Libro, il Festival, diretto da Chiara Giordano, è stato presente con quello che sarà l’evento clou della suo atteso cartellone: l’omaggio alla straordinaria ballerina e coreografa tedesca Pina Bausch nel decennale della sua morte.
Il dibattito, a più voci, ha preso le mosse da “Pina Bausch. Una santa sui pattini a rotelle”, edizioni Clichy, un libro lieve e densissimo di Leonetta Bentivoglio, con una riflessione sull’eredità artistica e antropologica della Bausch, oggi icona assoluta della danza, e sull’ultimo lavoro di Dimitris Papaioannou a lei dedicato - SINCE SHE - con la stessa blasonata Compagnia della grande artista tedesca, la Wuppertal TanzTheater, in Italia presente in esclusiva proprio nel cartellone 2019 del festival calabrese, con una tre giorni (13-14-15 settembre), nell’ambito di un’intera settimana dedicata alla Bausch, con performance, mostre, stage, proiezioni e vario altro.
Il dibattito ha coinvolto la presidente e direttrice artistica Chiara Giordano, la fotografa della Bausch Ninni Romeo, la scrittrice ed esperta di danza Elisa Vaccarino, l’antropologa e giornalista Patrizia Giancotti e il direttore artistico di Leggere&Scrivere Festival Gilberto Floriani.
«Siamo veramente orgogliosi – ha dichiarato Chiara Giordano - di poter onorare la figura immensa di Pina Bausch, madre del teatro danza contemporaneo dell’intero mondo artistico contemporaneo e portare in Calabria, a Catanzaro, la Wuppertall Tanztheater con questo spettacolo che definirei siderale, firmato da un geniale Dimitris Papaioannou nel solco di quella visione totale che la Bausch ha inseguito e perseguito.
Per Armonie d’Arte Festival, grazie al supporto di Italia Festival presieduto dal dinamicissimo e lungimirante Francesco Maria Perrotta, il Salone del Libro è un’occasione importante per raccontare all’Italia tutta che la Calabria, con Armonie d’Arte, vive una storia bella, importante, che vale il viaggio».
E' seguito un secondo appuntamento, e precisamente una conversazione sul libro “Calabria, anima mundi” di Mario Caligiuri, edito da Ferranti, che ha visto dialogare lo stesso autore esperto di Intelligence e ordinario di Pedagogia della Comunicazione all’Università della Calabria, con l’editore Florindo Rubbettino, con Chiara Giordano, in qualità di musicista e project manager della cultura e ancora con Gilberto Floriani direttore di Leggere & Scrivere Festival.
Un dibattito che, partendo dai contenuti del libro, testimonianza di interventi forti a sostegno della cultura calabrese, si è soffermato sui risultati che le strategie di sviluppo culturale producono nel contesto sociale in cui agiscono, secondo quel binomio etica-estetica divenuto il solco in cui da tempo si muove Armonie d’arte Festival. Al centro del dialogo, dunque, il valore della cultura come strumento di crescita di contesti critici o comunque di quell’area meridionale di grandissime potenzialità, ricca di patrimoni artistici e paesaggistici straordinari, talora non del tutto valorizzati.
Da ultimo, dopo il doppio appuntamento nella sala Superfestival, la partecipazione del Festival calabrese al Salone del Libro di Torino si è arricchito di un nuovo importante incontro, questa volta come ospite dello stand ufficiale della Regione Calabria. “Ricerca e archeologia in Calabria alla fine degli anni Sessanta fra memoria ed imprese”, è questo il tema della conversazione al quale hanno dato il loro qualificato contributo l’archeologa Maria D’Andrea, la senatrice e membro della Commissione Cultura Margherita Corrado, la direttrice di Armonie d’arte Chiara Giordano, il direttore artistico di Leggere&Scrivere festival Gilberto Floriani e il professore Ermanno Arslan, eminente archeologo italiano, numismatico, storico, membro dell’Accademia dei Lincei.
È proprio a lui che si deve l’avvio degli scavi che, alla fine degli anni Sessanta, hanno portato alla luce gli splendidi resti archeologici del parco “Scolacium” a Roccelletta di Borgia. Laureato da poco, nel 1966 Arslan, beneficiario di una borsa di studio, approda in riva al Mare Ionio, in Calabria e intuisce che fra quegli uliveti, che sono un elemento aggiunto al fascino di “Scolacium”, giacciono le vestigia di due civiltà, quella magno-greca e quella romana. Un’intuizione straordinaria da cui si è dipanato tutto l’iter sfociato nell’istituzione di quello che è uno dei siti archeologici più importanti della Calabria e non solo. È quello che fa l’archeologia, che in una terra generosa come la Calabria trova il suo “paradiso”, attraverso una ricerca che rende tangibili i segni della storia. Un dibattito fra esperti per fare il punto su quanto è stato fatto e su quanto ancora c’è da fare in termini di conservazione e soprattutto valorizzazione di un patrimonio invidiabile e dal valore inestimabile.
«Un tema appassionante – ha dichiarato Chiara Giordano –quello della ricerca della grande ricchezza archeologica che la Calabria regala a piene mani. La nostra presenza in questo autorevole dibattito segna in particolare anche l’evoluzione del modo di guardare all’archeologia e ai suoi tesori. Da quasi vent’anni, il nostro festival ha scelto come casa d’elezione proprio il parco “Scolacium”, un luogo dove il tempo sembra fermarsi, che ha sempre esercitato un fascino particolare sui tanti artisti di rilievo internazionale che abbiamo ospitato e che, dalle suggestive pietre del sito, hanno sempre tratto ulteriore ispirazione. Una reciproca esaltazione – ha spiegato la direttrice di Armonie d’Arte – fra arte e storia, musica e archeologia che ha fortemente connotato il nostro festival nella felice intuizione di aprire ad una più ampia fruizione i luoghi di interesse storico».