
Al via l'apertura ufficiale per la beatificazione di Natuzza, una storia sofferta vede la sua luce.
Mercoledì 27 Marzo 2019 11:00 di Redazione CatanzaroPrima
Si terrà il prossimo 6 aprile alle 17, nella Basilica Cattedrale di Mileto (Catanzaro), la funzione che sancirà ufficialmente l’apertura della causa di beatificazione della amata Natuzza, deceduta il primo novembre del 2009.
Natuzza si è spenta dieci anni fa all’alba della festa di Ognissanti all’età di 85 anni. Al centro della vita della mistica di Paravati, i numerosi eventi che non trovano alcuna spiegazione, neanche scientifica. Come i segni sul suo corpo di misteriosi fenomeni (ferite sanguinanti e stimmate) , le testimonianze di bilocazione e la conoscenza di lingue mai studiate, visto il suo analfabetismo.
Nata nel 1924, Fortunata Evolo. Analfabeta, visse sin da giovanissima una intensa vita spirituale. Le sue doti mistiche sono state al centro delle sua controversa storia. Inizialmente ostacolata dalla chiesa tanto da condurla in manicomio grazie a padre Agostino Gemelli che le attribuì una personalità con "sindrome isterica".
Arriverà più tardi alla ribalta a causa delle sudorazioni ematiche non spiegabili scientificamente che si trasformavano, a contatto con bende o fazzoletti, in disegni e simboli di carattere sacro e in testi di preghiere; stimmate che aumentavano durante la Quaresima. L'attegiamento della chiesa negli anni cambia radicalmente. Ed è vescovo Luigi Renzo, attuale titolare della diocesi di Mileto, dopo aver aperto l’inchiesta diocesana, a presentare la pratica alla Congregazione delle Cause dei Santi per le fasi successive nell’iter di beatificazione.
«Questo avvio - aggiunge la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, presieduta da Pasquale Anastasi - segna una fase importante per la Chiesa diocesana e, in prospettiva, per la Chiesa universale per conoscere sostanzialmente le opere e le virtù dell’umile donna calabrese. Mamma Natuzza è stata depositaria del “germoglio” che il Signore e il Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime hanno voluto piantare a Paravati, spendendo la propria vita al servizio dei fratelli e per il bene fondamentale delle anime. La sua esistenza è stata un fiorire di doni elargiti dal Cielo, affinché tutti potessero gustare la gioia dell’incontro con il Signore».