“Violenza assistita”, svolto l’incontro organizzato dalla FIDAPA Catanzaro

Mercoledì 08 Giugno 2022 15:13 di Redazione CatanzaroPrima

La violenza è il rifugio degli incapaci. A volte il rifugio, quale dovrebbe essere la propria casa, diventa una trappola, una gabbia condivisa con lo stesso aguzzino. La FIDAPA di Catanzaro accende l’attenzione su un tema di importanza vitale e mai del tutto approfondito. Si è svolto ieri, martedì 7 giugno, presso la Sala Concerti del Comune di Catanzaro l’incontro dal titolo “Violenza Assistita – Aspetti e ripercussioni all’interno della famiglia”, una iniziativa fortemente voluta dall’avvocato Laura Gualtieri, presidente della sezione catanzarese FIDAPA che ha inteso sensibilizzare la cittadinanza, per dar seguito al percorso culturale avviato da tempo.

“Purtroppo si parla poco di violenza assistita all’interno delle mura domestiche, riferita, questa, ai figli che assistono alla violenza nei confronti della madre; figura di riferimento nella crescita psicofisica dei minori – dice Laura Gualtieri nell’aprire i lavori - Noi genitori non ci rendiamo pienamente conto dell’impatto che ciò ha sui figli. Una violenza verso la mamma viene percepita dal figlio, come se venisse perpetrata nei confronti del bambino stesso che non chiede aiuto perché non è consapevole che sta subendo una violenza. Perciò è importante mantenere alta l’attenzione affinché le istituzioni vengano sensibilizzate, benché il sistema burocratico sia molto farraginoso. Auspichiamo quindi in una predisposizione, da parte loro, di strutture, strumenti ed interventi efficaci”.

Un prestigioso tavolo di relatrici, esperte in materia, che hanno relazionato i presenti su tutto ciò che attiene la violenza assistita, a cominciare dall’avvocato Rossana Greco, past president della Camera Minorile Distrettuale di Catanzaro: “A trattare un argomento simile, guardandosi negli occhi, si toccano le corde del cuore –sostiene l’avvocato Greco, commossa -. Il fare esperienza, da parte del bimbo, di qualsiasi forma di violenza diretta o indiretta su figure di riferimento è violenza assistita ed il Legislatore la contempla come forma di maltrattamento perché danneggia il suo equilibrio psicofisico. Il genitore che subisce la violenza, invece, ancora ha difficoltà a denunciare, a richiedere la tutela giurisdizionale, a volte ‘per il bene dei figli’. Per contrastare questa piaga serve fare prevenzione, anche con campagne di sensibilizzazione”.

Da monito anche le parole della dottoressa Teresa Chiodo, presidente Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, che lancia un appello: “È necessario che il minore venga sostenuto dai servizi sociali, che abbia fiducia nell’intervento delle istituzioni affinché non si senta abbandonato mentre la situazione familiare peggiora. A ciò si aggiungano quelle denunce poi ritrattate. Il problema fondamentale riguarda le  situazione sommerse, nascoste, il cosiddetto numero oscuro! Non si è raggiunta la consapevolezza, in ognuno di noi, di avere la funzione di garante della tutela del minore”.

Parola, infine, alla psichiatra Vittorina Palazzo, direttrice ff del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura di Catanzaro: “Per la prima volta si focalizza l’importanza sul bambino che assiste alla violenza, su colui che non ha esperienza e capacità di verbalizzazione emotiva. Un bimbo vive di sensazioni, non ha bisogno di vedere, perché intuisce ciò che accade! Anzi, ciò che percepisce fa molti più danni di ciò che vede – dice la dottoressa Palazzo, coinvolgendo i presenti a Palazzo De Nobili -. La violenza domestica è improvvisa, incontenibile, magari dura un attimo ma ha il valore di una devastazione assoluta perché colpisce tutti. Sono perplessa rispetto alla giurisdizione attuale perché si chiede di far denuncia ad una donna spesso intimidita e minacciata, abusata dal punto di vista emotivo”.

In chiusura, il saluto del dottor Antonino Ferraiolo, direttore del settore Servizi Sociali del Comune di Catanzaro: “Questa sede è perfetta per affrontare insieme un tema al quale il Comune è da sempre vicino. Purtroppo spesso i minori riportano fuori gli atti che vedono in famiglia, nei loro comportamenti quotidiani e ne sono piene le cronache nazionali. Serve continuare a fare rete, per questo spero di poter collaborare in tal senso con la FIDAPA prossimamente”.

 


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