"Alcune verità in era pandemica": la riflessione di FPCGIL Medici e Dirigenti Sanitari dell'Area Vasta CZ, KR, VV

Giovedì 27 Gennaio 2022 18:12 di Redazione CatanzaroPrima

"Rt, green pass e derivati, CoVID 19, Sars-Cov 2, ffP2, isolamento, quarantena, contatti stretti, tamponi, test molecolari ed antigenici, regioni tinte, ondate pandemiche, mRNA, vettori virali, e infinite altre parole scandiscono ormai la vita degli Italiani da due anni; in Calabria, andiamo oltre: Piano di rientro, Commissario alla Sanità, Unità di crisi, Integrazione, azienda 0, ecc.

Chiunque in questo momento è in grado di organizzare un discorso logico che contenga tutti questi termini, variamente interpretati. Per tutti si presenta l’occasione per acquisire visibilità e, perché no, offerta per un sistema premiante parallelo sovente extra-mission, sotto forma di dilagante autoreferenzialità, pubblicizzazione del proprio operato, pressione mediatica, esaltazione di performance, creazione di centri di riferimento, ambulatori dedicati, “pubblicorragia” scientifica, ecc."

Esordisce così, in una nota, FPCGIL Medici e Dirigenti Sanitari dell'Area Vasta CZ, KR, VV.

"Siamo stati introdotti in un girone dantesco caotico, in un turbinio browniano senza precedenti nel quale in maniera prevaricante alcuni son riusciti anche a trarne vantaggio; siamo riusciti ad esaltare il dovere professionale ad atto eroico di chi più esplicitamente coinvolto, escludendo molti altri. Tutto questo obbedisce alla distorsione emotiva secondo cui un paziente non è curato da un intero apparato aziendale, a cominciare dal Direttore Generale, ma solo da chi si reca al suo capezzale. In evidenza il clinico o il chirurgo che se ne avvantaggia in visibilità, sconosciuti rimangono gli ancor più importanti colleghi dei servizi; vi immaginate eroe colui che processa emocromi, piuttosto che d-dimero, IL6 o creatinina; questi ultimi, parimenti importanti, non li conosce nessuno, ma se crollano loro….

Molti medici hanno evidentemente esibito una enorme propensione alla visibilità mediatica, a tutti i livelli; hanno occupato tutti i canali social, le reti televisive, i programmi della radio; insomma un fenomeno di ordinario dovere professionale fatto passare per straordinario. Direi una notorietà parallela a quella professionale non sempre riconosciuta.

Il contesto ha creato ancora più confusione grazie alla devastante pandemia parallela, quella coinvolgente tutti gli ammalati con infinite altre patologie per i quali non si è neanche tentato di ideare un sistema assistenziale che sarebbe stato parimenti importante ma scarsamente utile ai fini della visibilità. Si è creato un contesto in cui in area medica si autoesalta o viene mediaticamente esaltato chi si interessa di CoVID extra-mission, piuttosto che chi, per lasciar lavorare più sereni gli operatori impegnati nella CoVID si adoperi a curare gli altri ammalati nel solco della propria mission. In una pandemia le difficoltà ad operare si amplificano sia per coloro che si interessano dell’infezione in corso che di tutte le altre malattie che non vanno in vacanza. La conversione di posti letto di qualsiasi disciplina in posti letto CoVID che ad alcuni fuori mission ha consentito visibilità,  ha finito per acuire i disagi per gli altri ammalati; sottolineiamo conversione, non aggiunta ai posti letto pre-esistenti e audacemente “tagliati” da precedenti politiche aziendali per quanto a Malattie Infettive e Pneumologia per esempio; cosicché piuttosto che valorizzare strutture chiuse per l’attuale e per le future pandemie, sono state convertite intere Divisioni di Chirurgia, Ortopedia, Oculistica, Terapia Intensiva, ecc con naturale ricaduta sfavorevole sulla cura di tutte le altre patologie. Pensate un po’ cosa è visibile all’orizzonte……. Queste distrazioni comporteranno ingenti costi sia in termini di vite umane, sia di sofferenze e sia di impegno lavorativo per i prossimi anni; senza considerare ciò che sta accadendo e ancor di più accadrà in merito al definitivo danno che si apporterà al rapporto medico-paziente già irrimediabilmente infranto da pressioni risarcitorie quasi sempre tentate ed infondate.

Dipingere questo contesto era inevitabile e doveroso per poter descrivere ciò che si sta avviando a conclusione in maniera più convincente dei tentativi precedenti nel momento più caotico e, forse propizio, della storia del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale; ci riferiamo alla incorporazione dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” (AOPC) nell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” (AOUMD) con la nascita dell’AOU “Dulbecco” (AOUD).  Come spesso accade in Italia, e in questo la Calabria fa accademia, nei momenti di maggiore confusione si decide improvvisamente di risolvere un annoso problema. Bisogna affrettare i tempi, prima che la pandemia finisca. Il contesto è stato considerato propizio anche per pensare all’Azienda zero, potenziare Unità di Crisi, mentre il commissariamento continua e con esso il piano di rientro che continua a non produrre doverosi chiarimenti in merito alle responsabilità del debito e soprattutto all’individuazione delle falle del sistema per tentare degli indispensabili rattoppi. Insomma un guazzabuglio di eventi complessi dal quale speriamo emergano gli uomini giusti…???

In questo contesto infatti, si sta dando molta enfasi al progetto di incorporazione, si badi bene, né integrazione né accorpamento; stiamo parlando di una incorporazione; in insiemistica si impiegherebbe il simbolo incluso (AOUMD Ϲ AOPC =  AOUD).        

Piuttosto che ragionar su questa verità cosa si fa? Si alimentano scaramucce che oltre a ritardare un processo non più procrastinabile, finiranno per avvantaggiare un sistema che ha sempre dimostrato di manifestare delle idee chiare a scapito di chi, impegnato strenuamente nell’assistenza, continua a distrarsi dalla Vision aziendale per aver temerariamente imposto limiti al tempo dimenticando che gran parte dei medici che sostengono la struttura proviene dalla Scuola di Medicina della stessa città. Gli strateghi nei conflitti ricercano accuratamente la maniera di indebolire l’avversario e questi tenta di creare impedimenti; in corso di caos pandemico l’AOPC ha legittimamente conferito incarichi quinquennali di Direttore delle SOC a chi 5 anni di lavoro residuo non li ha, ma è stato evidentemente il più meritevole della terna di idonei. La conseguenza è lapalissiana: nell’arco di 1-3 anni gran parte dei Direttori di SOC saranno collocati in quiescenza e, ad incorporazione nel frattempo maturata dal punto di vista amministrativo, gli incarichi lasciati vacanti verranno ricoperti altrettanto legittimamente dai medici universitari grazie ad una sequenza ormai ben consolidata che prevede un Decreto del Rettore dell’UMG e una Deliberazione di Presa d’atto del Direttore Generale AOU “Dulbecco”.

L’unico popolo dei medici ospedalieri che lavorano per ciò che possono nelle due attuali AO di Catanzaro, cioè quelli “più” stressati dal superlavoro imposto dalla presenza del Pronto Soccorso e di quelli “meno” stressati, ma mantenuti a posizione funzionale zero, non pressati dalle urgenze territoriali, dovrebbe molto più solidalmente incidere sulla modifica di una legge regionale che governa il protocollo quadro d’intesa Università Regione del 2004 tuttora prorogato e mai modificato, che ha blindato la posizione dei docenti ricercatori che “inoltre” devono essere responsabili di posti letto sempre perché, legittimamente, diventano Direttori senza avere obbligo di partecipazione a bandi di selezione per incarico quinquennale come accade ai colleghi ospedalieri.

Se non si interviene energicamente su questa legge, ogni parola sarà controproducente ed alimenterà conflitti che fiaccheranno sempre di più gli ospedalieri; chi come noi conosce la storia, sa che da 40 anni il problema è stato sempre legato ad una scarsa capacità di essere incisivi e al contrario una grande capacità di illudersi che gli ospedalieri potessero trovar spazio in ambito universitario; è una pia illusione per giunta infondata; gli ospedalieri sono esclusivamente Ministero della Salute e a nessun titolo possono avere incarichi nel MIUR; eccetto casi aneddotici tra cui ricordiamo il compianto Prof. Docimo, mai alcun ospedaliero aveva titolarità di insegnamento; d’altra parte con la nascita dell’AOU eccetto l’ovvia Direzione Sanitaria e la Farmacia, estinte le UO di Epatologia e Cardiologia riabilitativa, le Direzioni sono state conferite esclusivamente agli Universitari. Crediamo che questa esperienza vada tenuta in debito conto prima di avviarsi alla incorporazione; questo sarebbe un atteggiamento molto più incisivo rispetto al conflitto che invece traspare da certi documenti che circolano con copiose raccolte di firme; e, il tempo stringe, l’AOPC purtroppo è in imminente scadenza".


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