Una band storica tutta Calabrese, I "Ragazzi del mondo" e il loro ritorno.

Martedì 07 Maggio 2019 10:00 di Redazione CatanzaroPrima

Capita spesso che quello di cui scrivere ti venga a cercare, così, per caso, ci si ritrova a vivere le storie attraverso i ricordi di chi le ha vissute.

Questo è il caso di tre ragazzi  calabresi che sognano la musica negli anni 80,in cui mi imbatto per caso e che sono ancora quì, assieme dopo 38 anni, per continuare quel sogno e  raccontarlo.

Succede che quei tre ragazzi, ora uomini, fondano uno dei gruppi più longevi della musica pop calabrese: gli RDM - Ragazzi del Mondo. E' proprio il titolo della canzone dei Pooh  li identifica : fondamenta del sud su cui costruire uno spettacolo da offrire a tutti, ovunque. Catanzaresi di nascita, "del mondo" di adozione. La band nasce nel 1981 grazie all’entusiasmo e all’amore per la musica che Francesco (chitarra e voce), Franco (tastiere e tecnico del suono) e Beppe (basso e voce) hanno avuto sin da giovanissimi.

Due fratelli iniziati alla musica dalla nonna e un cugino che si unisce agli esperimenti in cantina, dove esplorano sound, covano idee e varcano i confini dello show per portare sul palco l'innovazione. Sarà questa la chiave che porta il gruppo a collezionare oltre 900 concerti tra Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia.  Concerti che scaldano le piazze tanto da collaborare con diversi artisti di fama nazionale, tra i quali Alan Sorrenti, Sandro Giacobbe, Ivan Cattaneo, Pippo Franco, Cugini di Campagna, homo sapiens, Alvaro Vitali e in particolare con Paolo Mengoli con il quale   si organizzano concerti per due stagioni consecutive.

Dopo 37 anni di carriera, sembra lontano il ricordo di quel luogo insonorizzato coi cartoni delle uova per non disturbare i vicini, eppure gli RDM mantengono lo stesso spirito che li ha animati sin dal primo giorno, nonostante ognuno svolga nel contempo la propria attività professionale in diversi settori, nonostante molte persone si siano succedute e miscelate con loro, lo zoccolo sa di "famiglia". Di caparbio attaccamento alla loro terra, che quando chiedo cosa hanno di calabrese i ragazzi del mondo mi rispondono "l'anima". Un'anima che sa di unione, di perseveranza tutta "nostra"nel perseguire gli obbiettivi e nel custodirli. Un disco con canzoni originali di mezzo, "Corazon Latino", partorito in quello studio che ha sostituito il loro covo, non senza sacrifici. Quattro anni coma band ufficiale di Miss Italia, e un prestigioso premio alla carriera "Mia Martini". Ma il momento di cambiare pelle arriva per tutti, in quasi quarant'anni, anche più volte. Le piazze si trasformano in serate di accompagnamento nei locali, ma loro resistono, vogliono guardare le persone mentre si esibiscono e portarle con loro, sul palco.

Arriva il momento delle cover band, unico modo per adeguarsi ai tempi. Ma i  Ragazzi dei Mondo non ci stanno. Significherebbe vestire i panni di qualcun altro e perdere quell'identità tutta loro, che li ha portati in giro per l'italia proprio per quello che rappresentano.

Però un omaggio si, un tributo alla carriera di un gruppo che rischia di scomparire nei ricordi come quello dei Matia Bazar, si. Un ponte tra passato e presente, perchè del passato bisogna portarsi quello che vale.

Un salto tra quello che è stato e quello che sarà. Visione che calza anche i panni della nuova cantante solista, Carla Maria e del batterista, Liano Raffaele. Una voce estesa quella femminile, calda , con una melodia che sembra attraversare il tempo e una presenza scenica che ricorda quella delle dive anni '50. Un elemento che arricchisce la famiglia con quel tocco fresco, e lo spessore antico.

Riparte il cammino, da Giugno, con un nuovo tour e un nuovo progetto. Sento nelle loro parole il guizzo di chi ha tanto ancora da dare e l'estro di chi si evolve per non rimanere fermo. Trentasette anni alla prova di altri palchi, con la stessa emozione dei primi esordi però. Perchè si sa, il passato potrà anche dire chi sei stato, ma il presente dice chi sei diventato. In bocca al lupo ragazzi, sarete anche del mondo, ma noi preferiamo rimaniate un pò più nostri.

 

 


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