Celia: Abramo curi la sua palettite o ci convinca della necessità del picchettamento diffuso

Martedì 21 Maggio 2019 17:00 di Redazione CatanzaroPrima

Celia: Abramo curi la sua palettite o ci convinca della necessità del picchettamento diffuso

 

“La nostra amata città, una volta universalmente nota come quella delle tre V: Velluto, Vento e Vitaliano, inteso come Santo Patrono, o al massimo conosciuta per il Cavatore, il Ponte Morandi o perfino lo squisito morzello, è adesso considerata la capitale mondiale dei paletti. Da qualche giorno, infatti, l’Amministrazione Abramo, forse per coprire la necessità di picchettare luoghi cari a pochi e per interessi del tutto particolari, ha deciso di estendere tale ‘cortina di ferro’, scusate la battuta, all’intero capoluogo o quantomeno al suo nucleo storico. È proprio di stamani dunque la notizia della diffusione a macchia d’olio del piolo metallico piantato in ogni dove, compresa la zona antistante alla chiesa di Piazza Roma. Un fatto sconcertante di fronte a cui i cittadini si abbandonano a commenti amari e sarcastici, ma il più delle volte di piccato dissenso”. A esordire così è stato il consigliere comunale di Fare per Catanzaro Fabio Celia, che in un comunicato stampa è letteralmente sbottato definendo inconcepibile la campagna di picchettamento senza quartiere, per così definirla, avviata dal sindaco e dalla sua Giunta.

 

“Perché si sia deciso e poi avviato tutto questo – ha commentato lo stesso Celia – resta un mistero. Certo è come l’anomala situazione di Via Arcivescovado, denunciata dal sottoscritto giusto una settimana fa, con una strada secondaria disseminata di paletti nello spazio di pochi metri,  abbia costituito il classico segnale di qualcosa che stava montando. Di una manovra che lasciava intendere come nulla sarebbe più stato come prima. La scusa, perché tale è, si riferisce a una presunta lotta al parcheggio selvaggio, soprattutto in alcuni punti strategici in relazione a cui, in linea teorica, non si può non essere d’accordo. Peccato, però, che lo spirito, solo ipotetico e apparente nel caso di specie, del provvedimento sia stato travisato, o meglio tradito, da un’esecuzione senza né capo né coda. Un’installazione che guardata distrattamente sembra cervellotica, anzi insensata. Salvo, come premesso, non ci siano questioni sottese, che ci sfuggono. La domanda, insomma, è: cui prodest? Ce lo facciano sapere subito da Palazzo De Nobili e ci metteremo l’anima in pace pur non rinunciando a denunciare con ogni mezzo, di cui umilmente disponiamo, un simile scempio”.

 

Il rappresentante nel civico consesso di Fare per Catanzaro, al solito, non impugna il fioretto quanto la sciabola, chiosando: “L’amico Sergio, che mai ci risponde forse perché messo in chiara ed evidente difficoltà dalle nostre istanze, dovrebbe tuttavia spiegare alla gente se ha proceduto a uno studio di fattibilità prima di dare libero sfogo alla palettite. Ma, si sa, che Abramo non è certo avvezzo all’approfondimento degli atti emanati ed ecco allora un’altra sua decisione d’imperio, l’ennesima peraltro, come quella sulle strisce blu ovunque”.


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