Rappezzamenti d'asfalto al posto delle basole a San Leonardo. La denuncia di Stefano Veraldi

Martedì 10 Dicembre 2019 09:47 di Redazione CatanzaroPrima

 

Manutenzione. Questa sconosciuta! Ha poco senso realizzare opere, abbellire piazze e strade, se poi non si manutengono. Catanzaro, da sempre, pecca in questo: le piazze si inaugurano, i nastri si tagliano, le opere si realizzano, ma un anno o poco tempo dopo dalle inaugurazioni in pompa magna e dai proclami a mezzo social, cala inesorabile la scure del degrado. In parte è anche demerito del cittadino medio: non si prende cura delle strade e delle aiuole, porta a spasso il cane senza munirsi di paletta, getta via per strada le cicche e le chewingum per abitudine, parcheggia con sregolatezza invadendo marciapiedi e aiuole senza ritegno, compiendo così piccoli atti vandalici quotidiani. Che si riflettono e reiterano nel vandalismo dei propri figli, che scarabocchiano sui muri e le panchine, sradicano cartelli e deturpano opere d'arte. In parte, però, la colpa, è dell'amministrazione stessa: progetta abbellimenti a breve termine. Rifà pavimentazioni dimenticandone la manutenzione ordinaria e straordinaria. Per poi mettere rattoppi qua e là, in un enorme patchwork di buche, avvallamenti, cementi, bitume, piastrelle, sanpietrini. Sui social parte la denuncia. Ad attirare l'attenzione dell'occhio sempre attento del nostro Stefano Veraldi, stavolta, è la pavimentazione di San Leonardo. Rappezzata alla meno peggio, con un risultato finale provvisorio oltre che brutto. Basta un suo post sui social, ed ecco arrivare un fiume di commenti unanimi: si segnalano così "mattonelle che saltano, piante che muoiono, panchine divelte" per quei Giardini di San Leonardo, delizioso salotto verde della città, che al "buio rappresentano un pericolo per i passanti e per i ragazzi che li frequentano oltre che un labirinto ad ostacoli per le auto". "Ci vogliono persone competenti, paesaggisti, restauratori, progettisti di spazi esterni" scrive qualcun altro, a giusto titolo.  

Riportiamo integralmente la denuncia a mezzo social di Veraldi, "la voce libera della città": "Continua lo scempio ai Giardini di San Leonardo, e non solo!!

C’è stato il tempo dei maestri, di chi conosceva pienamente l’arte del bello, o di chi conosceva l’arte del governo, la possedeva ed era capace di passarla agli altri.
Non era solo entusiasmo o passione, era dovere civile di partecipazione.
Poi tutto è cambiato, è arrivato il tempo dei cattivi maestri, non stupidi, non sprovveduti, anzi.
Cresciuti all’ombra dei padri mentori, si sono lasciati sedurre dal potere per il potere, abbandonando l’arte del bello e l’amore verso la cosa pubblica.
Oggi, ancora una volta non posso non segnalare un altro disastro tecnico amministrativo del Comune di Catanzaro e della gestione farlocca dell’Ufficio Acquedotto, dopo lo scempio di Scesa Gradoni Porta Marina.
Non è la prima volta che segnaliamo riparazioni non adatte al contesto storico e artistico del centro storico del capoluogo o di altre zone della città.
L’amministrazione comunale non riesce a imporre agli operai, alle imprese che le gravitano intorno, di non utilizzare una manciata di cemento?
Chi controlla i controllori?
Cosicché invece di risistemare, causano solamente danni alla pavimentazione
Le strade di Catanzaro ridotte a una trincea di avvallamenti e dislivelli. Le toppe di asfalto e cemento sistemate con poca cura al termine degli interventi alle tubature, diventano anche pericolose trappole per i motociclisti.
Lo scenario è sempre identico, dal centro alla periferia.
E allora i cittadini protestano, io protesto con loro.
Imprechiamo contro le imprese che inseguono il risparmio e ricoprono gli scavi con una manciata di bitume o cemento, invece di ristabilire lo status quo ante.
E non ci vengano a dire che sono sistemazioni temporanee in attesa dell’arrivo dei materiali, perché abbiamo la certezza che così non è!
Sindaco Abramo, hai l’obbligo di controllare tramite gli uffici preposti che questi scempi non avvengano, in considerazione del fatto che si tratta di soldi pubblici e che delle “furbate” la città ne ha le scatole piene. I Giardini di San Leonardo, e non solo, vanno ridefiniti nella manutenzione “perché esiste un limite all’indecenza”."


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